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«La cultura della discussione è una delle qualità che caratterizzano l’asmac»
Per molti anni Angelo Barrile si è impegnato con passione a favore dell’asmac e ora si dimette dalla carica di presidente. Ha guidato l’associazione con equilibrio, accortezza e chiarezza di vedute. Abbiamo parlato con lui del periodo trascorso all’asmac.
08.04.2025

Angelo, a fine aprile lascerai la carica di presidente dell’asmac dopo quasi cinque anni. Quali sono le tue impressioni ripensando a questo periodo?
Ho assunto la presidenza in tempi piuttosto turbolenti: il mio mandato è iniziato a metà del 2020, il primo anno della pandemia di COVID. A quell’epoca, effettuavamo ancora videochiamate settimanali con tutte le sezioni. Nel mio ruolo di presidente mi sono sempre visto come primus inter pares. Nelle sezioni, nell’asmac e nel Comitato direttivo ci sono molte persone che si impegnano attivamente e hanno un reale interesse a cambiare il contesto generale. Per me è stato un privilegio poter partecipare attivamente prima nella sezione, poi come vicepresidente e infine come presidente.
Che cosa ricorderai in modo positivo?
La cultura della discussione negli organi dell’associazione è una delle qualità che caratterizzano l’asmac. Già durante la mia prima presenza come ospite nel Comitato direttivo sono rimasto impressionato dall’elevato livello delle discussioni che vi si tenevano. All’inizio non avevo nemmeno il coraggio di esprimere la mia opinione, ma sono stato accolto molto bene. Successivamente, nei ruoli di vicepresidente e presidente, mi sono sempre sforzato di mantenere questa elevata qualità. Io sono democratico dal più profondo del cuore e solo se tutti possono esprimersi, discutendo con equità l’intero spettro di opinioni differenti, è possibile prendere le decisioni probabilmente migliori per la comunità. Un altro momento importante per me è stato l’anno dell’anniversario, celebrato in ritardo, nel quale ho avuto modo di conoscere molte persone che hanno segnato il passato dell’asmac. Inoltre, durante il tour con il Bus dell’asmac, abbiamo cercato – e trovato – il contatto diretto con la base. Ciò mi ha fatto capire che l’asmac è molto più conosciuta di quanto si possa a volte pensare.

Quali sono stati i momenti difficili e le problematiche da affrontare?
Dai sondaggi tra i soci, svolti ogni tre anni, è emerso chiaramente che la situazione sta migliorando solo molto lentamente. Ci sono progressi, ad esempio nel rispetto della Legge sul lavoro, ma i casi di burnout e rischi per i pazienti continuano ad aumentare – sono risultati frustranti che hanno l’effetto di un pugno nello stomaco. Anche la pandemia di COVID è stata molto dura e ha evidenziato senza pietà che purtroppo tutti i nostri precedenti avvertimenti erano giustificati. In quella fase, il corpo medico e tutto il personale sanitario hanno pagato un prezzo elevato.
Infine, percepisco sempre come una sconfitta il fatto che i primari accusino i giovani medici di essere pigri e di non voler lavorare. Così facendo negano la realtà odierna: la densità del lavoro è molto più elevata rispetto a prima e anche le aspettative dall’esterno sono cresciute. Oggi i medici non si possono più permettere di essere sposati con l’ospedale, trascurando tutto il resto, cioè la cura dei figli, le faccende di casa e la vita sociale. Io stesso, in chirurgia, ho lavorato anche oltre 100 ore alla settimana e proprio per questo oggi non lo auguro più a nessuno. In queste posizioni direttive servono atteggiamenti più aperti che consentano di conciliare i progetti di vita con la professione medica.
In qualità di consigliere nazionale hai potuto osservare l’impegno dell’asmac anche da un’altra prospettiva. In che misura l’asmac è pronto per il futuro?
I giovani medici godono di simpatie a livello politico e l’asmac viene giustamente considerata un’associazione costruttiva e orientata alle soluzioni. La collaborazione con altre associazioni mediche funziona bene, ma l’implementazione delle condizioni quadro per i medici assistenti e capiclinica avviene a livello cantonale, dove la nostra presenza non ha ovunque la stessa forza. Le nostre sezioni si concentrano correttamente sul mantenere buoni rapporti con gli ospedali, per riuscire a trovare soluzioni direttamente con loro. In tale contesto, la politica gioca ora un ruolo più importante, ad esempio con l’iniziativa parlamentare per la settimana lavorativa di 42+4 ore nel Canton Zurigo. Personalmente, ritengo che sarebbe meglio trovare soluzioni con altri stakeholder rilevanti come le casse malati e gli ospedali. Tuttavia, la realtà mostra che a volte non è necessario rivolgersi alla politica. Anzi, farlo può essere anche rischioso perché una sconfitta in una votazione è una sconfitta ufficiale e come tale un segnale chiaro in una certa direzione.

L’asmac è sempre alla ricerca di persone disposte a impegnarsi. Ma impegnarsi è sempre difficile, considerando l’elevato carico di lavoro e gli orari irregolari. Che cosa consigli ai giovani medici interessati?
L’impegno nell’asmac, a qualsiasi livello, richiede una buona organizzazione. Si tratta però non solo di un’esperienza incredibilmente emozionante e che permette di dare uno sguardo dietro le quinte, ma anche di un’opportunità per affrontare i problemi ed elaborare soluzioni. Si possono anche fare esperienze preziose che potrebbero essere molto utili nel prosieguo della carriera. Possibilità di partecipazione di questo tipo non sono scontate, bensì enormemente interessanti e arricchenti. Una carica come la presidenza dell’asmac è sicuramente molto impegnativa. Ci sono tuttavia numerose possibilità per impegnarsi anche a livelli più facilmente accessibili, ad esempio in un comitato direttivo di sezione o nel ruolo di visitatore o visitatrice.
Sembra che il lavoro nella presidenza ti sia sempre piaciuto. Perché hai deciso di smettere?
Da un lato, desidero passare il testimone a una persona più giovane. Anche se me la sento di rappresentare i giovani, trovo importante che ci sia un rinnovamento e un ripensamento delle cose. Il secondo motivo è di carattere personale. Ma, pur essendo presidente dell’asmac e medico, ritengo di poter anche mostrare le mie debolezze, anche se spesso è purtroppo ancora un tabù. A seguito di un grave tumore di qualche anno fa, ho alcune limitazioni. Inoltre soffro di Long Covid e non sono più in grado di fornire le stesse prestazioni di prima. Ho già rinunciato a molte cose e il lavoro di presidente dell’asmac mi piace veramente molto. Purtroppo però non riesco a fare tutto e non intendo ridurre inutilmente il grado di occupazione del 50% nello studio medico. Per me è stato sempre chiaro che avrei continuato a fare il presidente finché non avessimo trovato la persona giusta per succedermi. Ora, con Severin Baerlocher, è disponibile un ottimo candidato e io posso cedere la carica con la coscienza tranquilla.
Che cosa auguri al tuo successore designato per il futuro?
Gli auguro che il lavoro gli dia gioia e di avere al fianco un team fantastico come quello che ho avuto io con i miei vice, il CD e il Segretariato centrale. Inoltre, spero che possa dare la propria impronta, sfruttando al contempo tutto il potenziale apportato dagli altri affinché l’associazione continui a crescere. Per il futuro a lungo termine, mi auguro che la Legge sul lavoro e la settimana lavorativa di 42+4 ore vengano applicate, che buone condizioni di lavoro e di svolgimento del perfezionamento professionale diventino la norma e che i medici non desiderino più abbandonare la professione. Fino ad allora resterò un fedele socio dell’asmac e sarò lieto di restarlo anche più a lungo.
La persona
Sulla persona: Angelo Barrile è uno specialista in medicina interna generale e lavora come medico di famiglia in uno studio di gruppo zurighese. Dal 2007 al 2019 è stato membro della direzione dell’asmac Zurigo. Dal 2016 è membro del Comitato direttivo dell’asmac Svizzera, della quale nel 2020 è stato eletto presidente. Al contempo, dal 2015 al 2023 ha occupato un seggio del Partito socialista (PS) nel Consiglio Nazionale.